martedì 30 settembre 2014
giovedì 25 settembre 2014
Breve estratto...
...fummo
interrotti da uno schianto inquietante che proveniva proprio dalla
mia stanza.
«Cosa
cavolo?!» esclamai precipitandomi a indagare.
Antonio,
è giusto dargliene atto, mi seguì dappresso senza alcun timore, ma
del resto, nessuno di noi due si aspettava di trovare quel che
trovammo varcando la soglia altrimenti, forse, non ci saremmo mossi
con tanta prontezza.
La
mia, un tempo gloriosa, scrivania adesso era stata ridotta in tre
pezzi irregolari sparpagliati sul pavimento. Poco più in là un
individuo vestito con una strana armatura rugginosa giaceva esanime,
accanto a una grossa ampolla ricolma di uno strano liquido denso che
mai e poi mai avrei osato trangugiare. Ma la cosa più spaventosa era
lo strano tipo che, tutto curvo, si stava dirigendo verso la
finestra. Ed era curvo anche perché, se si fosse raddrizzato,
avrebbe sfondato il soffitto, visto che doveva essere alto almeno due
metri e mezzo. Emanava un insopportabile odore di zolfo, indossava
una cotta di maglia macchiata di carbone, due giganteschi stivali di
pelle. La mano destra impugnava una spada fiammeggiante, la sinistra
un fagotto improvvisato da cui spuntavano alcuni oggetti a me
tristemente familiari.
Antonio
e io restammo a guardarlo atterriti, incapaci di dire o fare
alcunché.
La
creatura si girò verso di noi sfoggiando un nasone da cui uscivano
minacciose lingue di fuoco e una folta barba rossiccia che non poté
mascherare il suo ghigno malevolo. Ci fissammo per alcuni istanti, o
meglio, lui fissò me con un po’ troppa insistenza per non apparire
minaccioso, accennò una specie di saluto con la mano sinistra, e
saltò giù dalla finestra.
“Occavolo!»
esclamò Antonio «cos’era quello secondo te?»
«Non
lo so di preciso» risposi «ma qualunque cosa fosse si è portato
via i miei hard disk esterni con tutti i backup del videogame!»
Erano
solo le undici, mancavano più di dodici ore alla fine della
giornata: poteva succedere ancora di tutto.
mercoledì 10 settembre 2014
Fata
So che molti non approvano alcune delle
mie azioni e anche io, se proprio devo essere sincero, non credo che
il mio comportamento possa definirsi, uhm, completamente privo di
pecche... per così dire.
C'è una sola cosa che vorrei
aggiungere, a mia discolpa: voi avete mai incontrato una fata?
Dove per “fata” non si intende
“epiteto gridato in modo sguaiato all'indirizzo di una strappona
che procede con andatura sculettante lungo un qualsivoglia
marciapiede sfoggiando con orgoglio la compattezza dei propri glutei
frutto di estenuanti sedute di zumba”, ma fata fata. Cioè una
leggiadra, eterea e bellissima creatura abituata ad abitare laghetti
dorati, spesso in compagnia di ninfe, elfi, gnomi e unicorni.
Una fata vera, insomma. Una di quelle
che fanno magie...
Ecco, io una fata così non l'avevo mai
incontrata e quindi è comprensibile che, dopo essermela ritrovata a
sguazzare nella vasca da bagno di casa, i miei processi mentali
abbiano subito un lieve cortocircuito portandomi a compiere qualche
azione non del tutto ponderata.
E poi... alla fine l'ho risolta questa
dannata situazione, no?
L'ho arginata l'invasione! L'ho battuto
Loki! Cavolo!
Quindi, per cortesia, possiamo
archiviare una volta per tutte l'argomento?
Breve sfogo
di Sergio,
durante la
registrazione
di una
puntata de
“La Vita
Indiretta”
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