giovedì 25 settembre 2014

Breve estratto...

...fummo interrotti da uno schianto inquietante che proveniva proprio dalla mia stanza.
«Cosa cavolo?!» esclamai precipitandomi a indagare.
Antonio, è giusto dargliene atto, mi seguì dappresso senza alcun timore, ma del resto, nessuno di noi due si aspettava di trovare quel che trovammo varcando la soglia altrimenti, forse, non ci saremmo mossi con tanta prontezza.
La mia, un tempo gloriosa, scrivania adesso era stata ridotta in tre pezzi irregolari sparpagliati sul pavimento. Poco più in là un individuo vestito con una strana armatura rugginosa giaceva esanime, accanto a una grossa ampolla ricolma di uno strano liquido denso che mai e poi mai avrei osato trangugiare. Ma la cosa più spaventosa era lo strano tipo che, tutto curvo, si stava dirigendo verso la finestra. Ed era curvo anche perché, se si fosse raddrizzato, avrebbe sfondato il soffitto, visto che doveva essere alto almeno due metri e mezzo. Emanava un insopportabile odore di zolfo, indossava una cotta di maglia macchiata di carbone, due giganteschi stivali di pelle. La mano destra impugnava una spada fiammeggiante, la sinistra un fagotto improvvisato da cui spuntavano alcuni oggetti a me tristemente familiari.
Antonio e io restammo a guardarlo atterriti, incapaci di dire o fare alcunché.
La creatura si girò verso di noi sfoggiando un nasone da cui uscivano minacciose lingue di fuoco e una folta barba rossiccia che non poté mascherare il suo ghigno malevolo. Ci fissammo per alcuni istanti, o meglio, lui fissò me con un po’ troppa insistenza per non apparire minaccioso, accennò una specie di saluto con la mano sinistra, e saltò giù dalla finestra.
Occavolo!» esclamò Antonio «cos’era quello secondo te?»
«Non lo so di preciso» risposi «ma qualunque cosa fosse si è portato via i miei hard disk esterni con tutti i backup del videogame!»

Erano solo le undici, mancavano più di dodici ore alla fine della giornata: poteva succedere ancora di tutto.

mercoledì 10 settembre 2014

Fata

So che molti non approvano alcune delle mie azioni e anche io, se proprio devo essere sincero, non credo che il mio comportamento possa definirsi, uhm, completamente privo di pecche... per così dire.
C'è una sola cosa che vorrei aggiungere, a mia discolpa: voi avete mai incontrato una fata?
Dove per “fata” non si intende “epiteto gridato in modo sguaiato all'indirizzo di una strappona che procede con andatura sculettante lungo un qualsivoglia marciapiede sfoggiando con orgoglio la compattezza dei propri glutei frutto di estenuanti sedute di zumba”, ma fata fata. Cioè una leggiadra, eterea e bellissima creatura abituata ad abitare laghetti dorati, spesso in compagnia di ninfe, elfi, gnomi e unicorni.
Una fata vera, insomma. Una di quelle che fanno magie...
Ecco, io una fata così non l'avevo mai incontrata e quindi è comprensibile che, dopo essermela ritrovata a sguazzare nella vasca da bagno di casa, i miei processi mentali abbiano subito un lieve cortocircuito portandomi a compiere qualche azione non del tutto ponderata.
E poi... alla fine l'ho risolta questa dannata situazione, no?
L'ho arginata l'invasione! L'ho battuto Loki! Cavolo!
Quindi, per cortesia, possiamo archiviare una volta per tutte l'argomento?


Breve sfogo di Sergio,
durante la registrazione
di una puntata de
La Vita Indiretta”