sabato 14 giugno 2014

Videogame... -1

Me lo ricordo come fosse ieri, l'oroscopo diceva:

“GEMELLI – Amore, un incontro magico vi cambierà la vita. Lavoro, alcuni imprevisti potrebbero complicarvi la giornata. Preparatevi a correre, vi aspettano un paio di giorni molto movimentati”.
Ora, io non ho mai creduto agli oroscopi, ma col senno di poi...
E comunque, quando un oroscopo dice che avrai un incontro magico, tu puoi essere la persona più razionale del mondo, ma un po' ci credi... ecchecavolo.
Ecco perché sono cascato come un pollo nella trappola del torneo di tennis.
E' vero, avevo un videogioco da testare. E' vero non giocavo a tennis da un paio d'anni. Ma ho pensato che con un po' di fortuna avrei avuto un sorteggio favorevole, che avrei potuto fare la mia porca figura e che Elena si sarebbe accorta di me.
Ovviamente sbagliavo.
E, ormai mi pare evidente, quando parlava di giorni movimentati l'oroscopo non si riferiva al torneo di tennis, ma a quello che sarebbe successo dopo.
Vabbè.
Che poi, diciamolo, tra tutti gli avversari possibili beccare proprio Antonio come avversario al primo turno. Antonio! Il superman del liceo.
Se non è sfiga questa.
Eppure, ve lo giuro. Fino al primo scambio dell'incontro io ero convinto di potercela fare.
Mi dicevo che tanto lui aveva il temperamento di un tacchino, aveva tutta la pressione addosso, era obbligato a vincere, io invece non avevo nulla da perdere.
Mi sbagliavo.
Una cosa da perdere ce l'avevo: la partita. E infatti...
Comunque l’illusione è durata pochissimo. Ho capito subito come sarebbe andata a finire. Al primo scambio, quando ha tirato quella mazzolata famelica sul mio rovescio.
Mentre mancavo clamorosamente il colpo mi sono improvvisamente ricordato delle parole del professor Polidoro, qualche tempo prima, quando aveva detto che bisognava perfezionare un po' il mio rovescio, lavorandoci quattro o cinque anni, almeno.
Manco a farlo apposta, Antonio da quel momento in poi ha giocato solo sul mio rovescio.
Ricordo che mentre tornavo a fondo campo, dopo il primo 6-0, ho confusamente pensato che Polidoro lo avesse informato dei miei punti deboli e che mi sarei vendicato.
Per certi versi e per come sono poi andate le cose, direi che la vendetta l'ho avuta, anche se involontariamente.
Ricordo anche di aver pensato che quello era il momento peggiore della mia vita.
Sbagliavo anche su questo.
Nelle 24 ore seguenti ho avuto vari momenti peggiori della mia vita.
Però li ho superati tutti e alla fine... insomma, l'oroscopo non aveva del tutto torto quindi...
Come?
Volete sapere com'è andata esattamente?
Ah sì giusto... beh...
Avete presente quelle giornate perfette in cui tutto fila liscio come l'ingranaggio di un orologio svizzero? Quelle giornate in cui ogni cosa è esattamente come l'avreste voluta? 
Ce l'avete presente?

sabato 7 giugno 2014

VideoGame - capitolo 0

0 .




Quando aprii gli occhi era buio pesto.
Restai fermo qualche istante aspettando che gli occhi si abituassero all’oscurità. Quando fu chiaro che gli occhi si erano abituati, ma che non si vedeva comunque nulla, provai a muovermi scoprendo di essere incatenato.
Il tintinnio smosse qualcuno accanto a me.

«Chi c’è?» chiese con voce impaurita lo sconosciuto alla mia destra.
«Tranquillo, sono un prigioniero, proprio come te» risposi con voce impastata.
«Chi ti ha catturato?» domandò con curiosità.
«Mmmh, il grande capo in persona, direi…»
«Uh… non si scomoda tanto facilmente lui, devi essere un pezzo grosso» commentò un’altra voce, che doveva appartenere al gigantesco corpo che si stava stiracchiando alla mia sinistra.
«Pezzo grosso non saprei…» risposi «ma di certo posso dire di essere quello che ha cominciato tutta questa storia».
Nel mio tono c’era un vago e irrazionale autocompiacimento.
«Davvero?» domandò un’altra voce, questa volta alle mie spalle.
«E in che modo?» le fece eco la prima voce.
«Beh, è una lunga storia…» dissi.
«Credo che avrai tutto il tempo di raccontarla… ho idea che abbiano intenzione di lasciarci qui sotto per sempre» disse la terza voce.
«Già, e in un modo o nell’altro dobbiamo pur passare il tempo, no?» aggiunse una quarta voce.
«Forza, raccontaci tutto…»
Scrollai le spalle. Probabilmente una volta appresa tutta la storia mi avrebbero odiato per quel che avevo fatto, ma a questo punto non aveva senso preoccuparsi delle conseguenze, tanto, peggio di così non poteva certo andare.
«Ok» dissi «mettetevi comodi…» un eufemismo, ovviamente, incatenati com’eravamo.

Mi schiarii la voce, tirai un lungo sospiro cercando di mettere in ordine i pensieri e i ricordi, che erano decisamente confusi e, finalmente, cominciai a raccontare…

lunedì 2 giugno 2014

Videogame - Prefazione

Ho iniziato a scrivere questa storia approssimativamente 30 anni fa, quando ero giovane, atletico (sigh) e pieno di iniziative. La stesura dei primi capitoli venne fatta con un commodore 64 e una stampante ad aghi. Poi, preso da impegni lavorativi, cose della vita e una certa sfiducia nell'editoria, accantonai il progetto che finì, alla faccia dell'originalità, in un cassetto.
Molti anni dopo quel cassetto è stato riaperto da mio figlio Stefano che, senza alcuna pressione da parte mia (lo giuro e, del resto, chi ha dei figli adolescenti sa bene che qualsiasi pressione in tal senso non sarebbe servita a niente) ha cominciato a leggerlo.
Una sera, rientrando a casa, l'ho trovato sul letto con la "mappazza" di fogli davanti, che ridacchiava sonoramente.
La storia però finiva senza fine, visto che mi ero interrotto più o meno a 2/3 del racconto. Ed è stato quindi stimolato dalle sue esortazioni e dalle sue minacce (a cui si è successivamente unito anche il secondogenito Fabio) che ho ripreso in mano il romanzo.
Da quel momento in realtà sono passati un altro paio di anni perché la rielaborazione (a 30 anni di distanza) mi ha portato quasi a una totale riscrittura. Il risultato finale, però, ha soddisfatto le aspettative di tutti e tre i miei figli (e anche del sottoscritto, ma io conto relativamente) e di tutti gli amici "cavie" a cui l'ho sottoposto.
Credo che il suo segreto sia che mi sono davvero divertito scrivendo ogni parola di questa storia. Non ci sono stati momenti di stanca, di sforzo, di noia, durante questo lavoro. Solo un sano entusiasmo reso ancor più spontaneo dalle reazioni dei miei figli.
Ecco perché lo consiglio anche a tutti voi, dai 10 (con supervisione) ai 90 anni.

Nuovi punti vendita:

Scriptor ebookstore
libreria.paginatre.it
leggoebook.it
magnamare.com
ebook.ilfattoquotidiano
sesatedizioni

domenica 1 giugno 2014

Videogame - le Cronache dell'Invasione e dei Prodi che vi si opposero


Sergio è un normalissimo ragazzo di 17 anni con le classiche preoccupazioni di tutti i coetanei: amore non corrisposto, amici inaffidabili, famiglia ingombrante… unica nota positiva, in questo scenario, la sua passione… i videogiochi. Sergio, infatti, è anche un abile programmatore che da anni lavora a un di un gioco di ruolo fantasy in cui coesistono tutte le più famose saghe fantastico-mitologiche, dal ciclo arturiano all’Orlando Furioso, dall’Iliade all’epica irlandese, dalla mitologia scandinava a quella orientale…

Quello che non può immaginare è che a causa di una serie di sfortunate circostanze tutti i personaggi del videogioco verranno evocati nel nostro universo materializzandosi proprio a casa sua, finendo per mettere a ferro e fuoco l’inerme città di Napoli.

Purtroppo, o per fortuna, Sergio scoprirà che sia i buoni che i cattivi non sono esattamente come ci sono stati tramandati dalla letteratura, rivelandosi ben più confusionari e inconcludenti del previsto, tanto da dare origine a innumerevoli siparietti comici nella loro interazione con gli abitanti del condominio in cui abita il giovane programmatore. 
Ma davanti alla minaccia di una coalizione di cattivi del calibro di Loki, Apollo, il Cavaliere Nero e Ferraù, intenzionati a restare nel nostro mondo per costruire un gigantesco impero del male, Sergio dovrà fare l’impossibile per rispedire tutti nei propri mondi di origine.

Per riuscire nella difficile impresa il giovane avrà bisogno di tutto l’aiuto possibile, compreso quello di un litigioso manipolo di condomini e di un sorprendente e indomito reparto di scout. Ma portare a termine la missione vorrebbe dire anche rinunciare all’amore della fata di cui si è appena innamorato, come farà quindi, il nostro eroe, a salvare il mondo senza sacrificare il proprio cuore?

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