La prima recensione;
Fantasy Planet
martedì 24 giugno 2014
sabato 14 giugno 2014
Videogame... -1
Me lo ricordo come fosse ieri,
l'oroscopo diceva:
“GEMELLI – Amore, un incontro
magico vi cambierà la vita. Lavoro, alcuni imprevisti potrebbero complicarvi la
giornata. Preparatevi a correre, vi aspettano un paio di giorni molto
movimentati”.
Ora, io non ho mai creduto agli
oroscopi, ma col senno di poi...
E comunque, quando un oroscopo
dice che avrai un incontro magico, tu puoi essere la persona più razionale del
mondo, ma un po' ci credi... ecchecavolo.
Ecco perché sono cascato come un
pollo nella trappola del torneo di tennis.
E' vero, avevo un videogioco da
testare. E' vero non giocavo a tennis da un paio d'anni. Ma ho pensato che con
un po' di fortuna avrei avuto un sorteggio favorevole, che avrei potuto fare la
mia porca figura e che Elena si sarebbe accorta di me.
Ovviamente sbagliavo.
E, ormai mi pare evidente, quando
parlava di giorni movimentati l'oroscopo non si riferiva al torneo di tennis,
ma a quello che sarebbe successo dopo.
Vabbè.
Che poi, diciamolo, tra tutti gli
avversari possibili beccare proprio Antonio come avversario al primo turno.
Antonio! Il superman del liceo.
Se non è sfiga questa.
Eppure, ve lo giuro. Fino al
primo scambio dell'incontro io ero convinto di potercela fare.
Mi dicevo che tanto lui aveva il
temperamento di un tacchino, aveva tutta la pressione addosso, era obbligato a
vincere, io invece non avevo nulla da perdere.
Mi sbagliavo.
Una cosa da perdere ce l'avevo:
la partita. E infatti...
Comunque l’illusione è durata
pochissimo. Ho capito subito come sarebbe andata a finire. Al primo scambio,
quando ha tirato quella mazzolata famelica sul mio rovescio.
Mentre mancavo clamorosamente il
colpo mi sono improvvisamente ricordato delle parole del professor Polidoro,
qualche tempo prima, quando aveva detto che bisognava perfezionare un po' il
mio rovescio, lavorandoci quattro o cinque anni, almeno.
Manco a farlo apposta, Antonio da
quel momento in poi ha giocato solo sul mio rovescio.
Ricordo che mentre tornavo a
fondo campo, dopo il primo 6-0, ho confusamente pensato che Polidoro lo avesse
informato dei miei punti deboli e che mi sarei vendicato.
Per certi versi e per come sono
poi andate le cose, direi che la vendetta l'ho avuta, anche se
involontariamente.
Ricordo anche di aver pensato che
quello era il momento peggiore della mia vita.
Sbagliavo anche su questo.
Nelle 24 ore seguenti ho avuto
vari momenti peggiori della mia vita.
Però li ho superati tutti e alla
fine... insomma, l'oroscopo non aveva del tutto torto quindi...
Come?
Volete sapere com'è andata
esattamente?
Ah sì giusto... beh...
Avete presente quelle giornate perfette in cui tutto fila liscio come l'ingranaggio di un orologio svizzero? Quelle giornate in cui ogni cosa è esattamente come l'avreste voluta?
Ce l'avete presente?
sabato 7 giugno 2014
VideoGame - capitolo 0
0 .
Quando aprii gli occhi
era buio pesto.
Restai fermo qualche
istante aspettando che gli occhi si abituassero all’oscurità.
Quando fu chiaro che gli occhi si erano abituati, ma che non si
vedeva comunque nulla, provai a muovermi scoprendo di essere
incatenato.
Il tintinnio smosse
qualcuno accanto a me.
«Chi c’è?» chiese
con voce impaurita lo sconosciuto alla mia destra.
«Tranquillo, sono un
prigioniero, proprio come te» risposi con voce impastata.
«Chi ti ha catturato?»
domandò con curiosità.
«Mmmh, il grande capo in
persona, direi…»
«Uh… non si scomoda
tanto facilmente lui, devi essere un pezzo grosso» commentò
un’altra voce, che doveva appartenere al gigantesco corpo che si
stava stiracchiando alla mia sinistra.
«Pezzo grosso non
saprei…» risposi «ma di certo posso dire di essere quello che ha
cominciato tutta questa storia».
Nel mio tono c’era un
vago e irrazionale autocompiacimento.
«Davvero?» domandò
un’altra voce, questa volta alle mie spalle.
«E in che modo?» le
fece eco la prima voce.
«Beh, è una lunga
storia…» dissi.
«Credo che avrai tutto
il tempo di raccontarla… ho idea che abbiano intenzione di
lasciarci qui sotto per sempre» disse la terza voce.
«Già, e in un modo o
nell’altro dobbiamo pur passare il tempo, no?» aggiunse una quarta
voce.
«Forza, raccontaci
tutto…»
Scrollai le spalle.
Probabilmente una volta appresa tutta la storia mi avrebbero odiato
per quel che avevo fatto, ma a questo punto non aveva senso
preoccuparsi delle conseguenze, tanto, peggio di così non poteva
certo andare.
«Ok» dissi «mettetevi
comodi…» un eufemismo, ovviamente, incatenati com’eravamo.
Mi schiarii la voce,
tirai un lungo sospiro cercando di mettere in ordine i pensieri e i
ricordi, che erano decisamente confusi e, finalmente, cominciai a
raccontare…
lunedì 2 giugno 2014
Videogame - Prefazione
Ho iniziato a scrivere questa storia approssimativamente 30 anni fa, quando ero giovane, atletico (sigh) e pieno di iniziative. La stesura dei primi capitoli venne fatta con un commodore 64 e una stampante ad aghi. Poi, preso da impegni lavorativi, cose della vita e una certa sfiducia nell'editoria, accantonai il progetto che finì, alla faccia dell'originalità, in un cassetto.
Molti anni dopo quel cassetto è stato riaperto da mio figlio Stefano che, senza alcuna pressione da parte mia (lo giuro e, del resto, chi ha dei figli adolescenti sa bene che qualsiasi pressione in tal senso non sarebbe servita a niente) ha cominciato a leggerlo.
Una sera, rientrando a casa, l'ho trovato sul letto con la "mappazza" di fogli davanti, che ridacchiava sonoramente.
La storia però finiva senza fine, visto che mi ero interrotto più o meno a 2/3 del racconto. Ed è stato quindi stimolato dalle sue esortazioni e dalle sue minacce (a cui si è successivamente unito anche il secondogenito Fabio) che ho ripreso in mano il romanzo.
Da quel momento in realtà sono passati un altro paio di anni perché la rielaborazione (a 30 anni di distanza) mi ha portato quasi a una totale riscrittura. Il risultato finale, però, ha soddisfatto le aspettative di tutti e tre i miei figli (e anche del sottoscritto, ma io conto relativamente) e di tutti gli amici "cavie" a cui l'ho sottoposto.
Credo che il suo segreto sia che mi sono davvero divertito scrivendo ogni parola di questa storia. Non ci sono stati momenti di stanca, di sforzo, di noia, durante questo lavoro. Solo un sano entusiasmo reso ancor più spontaneo dalle reazioni dei miei figli.
Ecco perché lo consiglio anche a tutti voi, dai 10 (con supervisione) ai 90 anni.
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domenica 1 giugno 2014
Videogame - le Cronache dell'Invasione e dei Prodi che vi si opposero
Sergio è un normalissimo ragazzo di 17 anni con le classiche preoccupazioni di tutti i coetanei: amore non corrisposto, amici inaffidabili, famiglia ingombrante… unica nota positiva, in questo scenario, la sua passione… i videogiochi. Sergio, infatti, è anche un abile programmatore che da anni lavora a un di un gioco di ruolo fantasy in cui coesistono tutte le più famose saghe fantastico-mitologiche, dal ciclo arturiano all’Orlando Furioso, dall’Iliade all’epica irlandese, dalla mitologia scandinava a quella orientale…
Quello che non può immaginare è che a causa di una serie di sfortunate circostanze tutti i personaggi del videogioco verranno evocati nel nostro universo materializzandosi proprio a casa sua, finendo per mettere a ferro e fuoco l’inerme città di Napoli.
Purtroppo, o per fortuna, Sergio scoprirà che sia i buoni che i cattivi non sono esattamente come ci sono stati tramandati dalla letteratura, rivelandosi ben più confusionari e inconcludenti del previsto, tanto da dare origine a innumerevoli siparietti comici nella loro interazione con gli abitanti del condominio in cui abita il giovane programmatore.
Ma davanti alla minaccia di una coalizione di cattivi del calibro di Loki, Apollo, il Cavaliere Nero e Ferraù, intenzionati a restare nel nostro mondo per costruire un gigantesco impero del male, Sergio dovrà fare l’impossibile per rispedire tutti nei propri mondi di origine.
Per riuscire nella difficile impresa il giovane avrà bisogno di tutto l’aiuto possibile, compreso quello di un litigioso manipolo di condomini e di un sorprendente e indomito reparto di scout. Ma portare a termine la missione vorrebbe dire anche rinunciare all’amore della fata di cui si è appena innamorato, come farà quindi, il nostro eroe, a salvare il mondo senza sacrificare il proprio cuore?
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