lunedì 2 giugno 2014

Videogame - Prefazione

Ho iniziato a scrivere questa storia approssimativamente 30 anni fa, quando ero giovane, atletico (sigh) e pieno di iniziative. La stesura dei primi capitoli venne fatta con un commodore 64 e una stampante ad aghi. Poi, preso da impegni lavorativi, cose della vita e una certa sfiducia nell'editoria, accantonai il progetto che finì, alla faccia dell'originalità, in un cassetto.
Molti anni dopo quel cassetto è stato riaperto da mio figlio Stefano che, senza alcuna pressione da parte mia (lo giuro e, del resto, chi ha dei figli adolescenti sa bene che qualsiasi pressione in tal senso non sarebbe servita a niente) ha cominciato a leggerlo.
Una sera, rientrando a casa, l'ho trovato sul letto con la "mappazza" di fogli davanti, che ridacchiava sonoramente.
La storia però finiva senza fine, visto che mi ero interrotto più o meno a 2/3 del racconto. Ed è stato quindi stimolato dalle sue esortazioni e dalle sue minacce (a cui si è successivamente unito anche il secondogenito Fabio) che ho ripreso in mano il romanzo.
Da quel momento in realtà sono passati un altro paio di anni perché la rielaborazione (a 30 anni di distanza) mi ha portato quasi a una totale riscrittura. Il risultato finale, però, ha soddisfatto le aspettative di tutti e tre i miei figli (e anche del sottoscritto, ma io conto relativamente) e di tutti gli amici "cavie" a cui l'ho sottoposto.
Credo che il suo segreto sia che mi sono davvero divertito scrivendo ogni parola di questa storia. Non ci sono stati momenti di stanca, di sforzo, di noia, durante questo lavoro. Solo un sano entusiasmo reso ancor più spontaneo dalle reazioni dei miei figli.
Ecco perché lo consiglio anche a tutti voi, dai 10 (con supervisione) ai 90 anni.

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