sabato 12 luglio 2014

Breve incontro con ANTONIO (Amico del protagonista di Videogame)

Sì, dunque, mi chiamo Antonio e conosco Sergio da uhm... da un bel po' di tempo direi. Anche se poi, in realtà, è stato solo nell'ultimo periodo che abbiamo cominciato a conoscerci veramente, sapete com'è no?
Ci sono quelle persone con cui hai a che fare a scuola: li incroci quasi ogni giorno, ci parli, ci fai cose, ci litighi anche a volte. E pensi di sapere come sono fatti. E loro pensano di sapere come sei fatto tu... solo che in realtà non è così.
Ognuno si è fatto una precisa idea nella propria testa, ma è un'idea solo sua. È un'idea che non corrisponde alla realtà. E ci sarebbe bisogno di fare quel piccolo sforzo, quel passetto in più verso l'altro, per dargli modo di capire chi sei, e per capire chi è. Ma si resta fermi sulle proprie posizioni e sull'immagine che ci si è fatti uno dell'altro.
Ed è un po' assurdo perché basterebbe un niente per incontrarsi e capirsi, e scoprire, magari, che non si è poi così distanti. Basterebbe un gesto, un sorriso, uno sguardo, per far crollare quel muro... basterebbe un niente.
Ecco, nel nostro caso direi che per fare quel piccolo passo c'è voluta un'invasione di orde mitologiche. Più che un muro è crollata mezza città... abbiamo passato dei momenti difficili, inutile negarlo, e più di una volta ho provato il desiderio di strozzarlo con le mie mani. Però posso dire che adesso Sergio è senz'altro il mio migliore amico e che non avevo capito molto di lui.
Cioè, io ero convinto che Sergio fosse un pazzo nevrotico, isterico, monomaniacale e ossessivo, anche un po' rancoroso... e di fatto direi che lo è. Però lui è anche... cioè... non è solo... che poi insomma, la bellezza dell'amicizia è che a un amico tu gli vuoi bene nonostante i suoi difetti, no?
Ecco... io a Sergio voglio bene. È uno a posto, è in gamba e per andare d'accordo con lui, in fondo, basta poco.
C'è... quell'impercettibile cambio di luce nei suoi occhi, quando sta per dare in escandescenze. In quei momenti si trasforma in un essere farneticante e diventa aggressivo e violento. Noi lo chiamiamo in gergo “il velo rosso” perché è così che lo descrive anche lui, dice che è come se gli calasse questo velo rosso davanti agli occhi e che a quel punto non capisce più niente.
Ok... non è bello. Cioè, quando perde il controllo può fare e dire qualsiasi cosa... l'ho visto scagliarsi contro giganti infuocati, per dire. Gente armata abituata a uccidere, gente da cui una persona normale si terrebbe alla larga, per intenderci. Ma lui, niente, quando perde il controllo perde il controllo.
Questo, diciamo, lo rende a volte un po' complicato... da gestire. Ma se lo conosci bene te ne accorgi... capisci che sta per sta per calare il velo rosso e se lo capisci sai come comportarti. Quanto meno puoi raggiungere una distanza di sicurezza... non so se mi spiego.
Una volta arginato questo lato del suo carattere tutto il resto è facile. Perché Sergio è una persona deliziosa, oltre a essere un vero genio coi videogiochi.
Cos'altro dire?

Ah sì, una cosa: ha una pessima condizione atletica, dovrebbe decisamente fare qualcosa per rimettersi in sesto e... a tennis gioca davvero male.

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